Informazioni sul mondo di neonati e bambini

La quercia come simbolo della famiglia

lunedì 3 giugno 2013

domenica 26 maggio 2013

Capire il pianto del neonato


I neonati piangono. Piangono perché è l'unico modo che hanno per comunicare.

Se hanno fame, sonno, freddo, per essere presi in braccio, per dolori vari, se sono stressati, annoiati, piangono.

Il motivo per cui il neonato piange sempre è proprio perché comunica. In altre parole, lui parla tramite il pianto.

Generalmente, appena si sente piangere un neonato la prima cosa che viene da dire è: “no, no, piccolo, perché piangi?”. E' naturale reagire così, perché gli adulti associano erroneamente al pianto un sentimento negativo. Ma non è così.

I neonati, più di tutti, hanno bisogno di piangere, di sfogarsi, di sentirsi accolti anche con il loro pianto. Per un neonato potersi sentir dire: “piccolo mio, piangi perché sei stanco? Hai ragione a piangere, piangi pure”, sarebbe una cosa molto apprezzata.

E' importante comunque sempre importante che i genitori si pongano con un comportamento critico cercando così di capire cos'è che il bambino sta cercando di dirci con quel pianto.

Se non è per fame, sonno o freddo o comunque per bisogni primari, ci sono altri motivi per cui il bambino può piangere.

Ad esempio, Brazelton (un famoso pediatra) individua, oltre al pianto per i bisogni primari, altri tipi di pianto, come:

- il pianto per stanchezza (il bambino inizia a piagnucolare per poi intensificare fino ad un pianto di forte spossatezza);

- il pianto per noia (quando il bambino piagnucola ad intermittenza);

- il pianto per un malessere (dove il pianto è un pianto forte e vigoroso e intermittente, può essere causato da bolle d'aria nella pancia, ad esempio);

- il pianto per sfogarsi (è un pianto agitato e intermittente, a volte scambiato per quello delle coliche, che serve essenzialmente per scaricare il bambino dalle tensioni accumulate durante il giorno. E' un tipo di pianto che può essere scatenato anche dal massaggio infantile, poiché il massaggio per sua natura può far emergere delle tensioni interne non venute alla luce).

Anche un eccesso di stimoli può provocare un pianto di fastidio, oppure la frustrazione stessa di non essere capiti o di non poter comunicare in una modalità diversa possono essere causa di pianto.

In tutti questi casi, e in molti altri, il pianto ha un ruolo autoconsolatorio e terapeutico.

E’ quindi importante che i genitori, o chi si occupa del neonato, riescano a capire i diversi motivi per cui il bambino piange.

In conclusione, i neonati hanno bisogno di piangere e, nei primi mesi di vita è molto importante che il bambino si senta accolto e amato nonostante il suo modo di comunicare attraverso il pianto. Lasciate che i vostri bambini piangano, coccolateli e non abbiate paura di viziarli: un bambino a cui sono stati soddisfatti i bisogni di accadimento nei primi mesi e anni di vita, saranno bambini molto meno viziati di quanto possiate pensare. Infatti, i cosiddetti “bambini viziati” altro non sono che bambini che hanno ricevuto meno amore di quanto ne avessero bisogno.

martedì 21 maggio 2013

Il blog non chiuderà

Sembra proprio che questo blog non debba chiudere.
Sono molte le cose che mi stanno capitando che continuano a suggerirmi di lasciare aperta questa possibilità. Del resto sono fermamente convinta che Nulla succede per caso.

Spero che la nuova veste del blog piaccia.
Al prossimo post... prestissimo!!

sabato 30 marzo 2013

Chiusura blog

Dopo la fatica fatta per cercare di togliere il malware che aveva "colpito" queste pagine, annuncio che questo blog sta per chiudere.

Un tempo, quando ero più giovane, riuscivo a stare dietro a tutti i blog che avevo aperto (4 + 1 sito)... ora mi risulta troppo difficile. Sto raccogliendo tutti i post più letti sia di questo blog che altri e li sto inserendo in psiche.blogspot.it che diventerà l'unico blog che porterò avanti insieme al sito di psicologia su cui ho ricominciato a scrivere dopo avergli cambiato nome ed indirizzo.

Grazie a tutti e, ci vediamo su Psicke o il Filo - Sito di Psicologia ^__^

martedì 12 marzo 2013

Dermatite atopica e massaggio del bambino

La dermatite atopica e l'eczema sono delle malattie cutanee infantili (riscontrabili anche in alcuni adulti) dovute a molte cause tra cui l'inquinamento, l'umidità, l'alimentazione (nel periodo dell'allattamento anche quella della mamma), la psicosomatica.

L'organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che circa un terzo delle malattie cutanee infantili (dermatite atopica, eczema) possa essere attribuite ad un ambiente malsano ed inquinato. Negli ultimi anni la dermatite atopica è infatti triplicata nelle aree più industrializzate.

Nel web da stamattina c'è il boom di articoli sulla dermatite atopica, basta inserire la parola nella ricerca di google per poterli leggere. Anche gli articoli che contengono consigli pratici su come affrontare la malattia cutanea sono molti e riguardano l'attenzione da riservare al cibo che deve essere pieno di fibre, usare creme emollienti contro la secchezza della pelle, fare attenzione a non portare il bambino in luoghi molto umidi o inquinati (qualora possibile), e via dicendo.

lunedì 18 febbraio 2013

Famiglie

"In realtà, alla resa dei conti, non esiste sforzo più valido e meritevole di quello orientato a prevenire e a ridurre la sofferenza umana. Cambiamenti sociali ed economici a parte, il sistema migliore di conseguire l'obiettivo non è forse quello di offrire ai bambini un'infanzia serena? E come si può essere sicuri di realizzarlo se non dando loro comprensione e sicurezza, famiglie libere da tensioni, con possibilità di crescere e di dispiegare appieno le proprie capacità?

L'ambizione fondamentale dell'uomo contemporaneo è quella di essere ragionevolmente felice e di avere la capacità e la propensione a creare un clima favorevole per se stesso e per gli altri. In questo senso la famiglia svolge un ruolo preminente"
(Slavon, 1958)

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