Informazioni sul mondo di neonati e bambini

La quercia come simbolo della famiglia

domenica 21 ottobre 2012

mercoledì 3 ottobre 2012

Le mamme italiane e l'allattamento al seno

Da un'ultima ricerca si legge che il 99,6% delle mamme danesi allatta al seno, fino ad almeno il sesto mese di vita del bambino e oltre. Di contro, solo il 50% delle mamme italiane allatta il bambino fino al terzo mese di vita del bambino, fino a scendere al 10% dopo il sesto mese.
Inizialmente mi ha un po' sorpreso questo dato, pensando alle parole sempre sentite che le mamme italiane sono più protettive, che tendono a separarsi con più difficoltà dal loro figlio... e via dicendo.
Poi ho pensato a tutte le neo-mamme conosciute ed effettivamente molte di queste hanno deciso di non allattare, o di iniziare subito un allattamento misto per poi procedere alla fase dello svezzamento intorno al terzo mese del bambino.
Le motivazioni fanno riflettere molto. Alcune seguono i consigli del pediatra, che spesso però va dietro a mode del momento (molti anni fa i pediatri consigliavano di svezzare dal settimo mese in poi, successivamente si è tornati intorno al sesto mese, oggi di nuovo al terzo....).
Altre mamme non allattano per paura che il loro latte sia povero di elementi importanti per la crescita (ma non fanno nessun esame per appurarlo), o per paura che poi il seno possa "cascare" più velocemente del dovuto, o perché pensano che non hanno il capezzolo della forma adeguata all'allattamento, o che il bambino non si vuole attaccare, o perché devono tornare presto al lavoro....
Le motivazioni sono davvero tante, ma spesso ci si dimentica quanto il latte materno sia importante per il neonato. Nessun latte in polvere potrà mai eguagliare le sue caratteristiche così importanti per la salute del futuro ometto o della futura donnina. Tutte le mamme sono in grado di allattare, qualsiasi sia la forma del proprio capezzolo, e, magari, se non ci sono impedimenti seri, con un po' di calma, tranquillità, aiutate dal compagno dovrebbero trovare dentro loro stesse la forza di trovare uno spazio mentale, emotivo, fisico e temporale per allattare, per avvolgersi in quell'atmosfera magica, lenta, apparentemente immobile, che solo la coppia madre-figlio sa creare.

sabato 22 settembre 2012

Sono in ritardo!

La giornata scolastica finisce con un soave e dolce DRIIIIINNNN!!!
Per tutti i bambini e ragazzi è così. L'ora di uscita dalla scuola è una festa, un momento per incontrarsi fuori da scuola, per fare due chiacchiere, per organizzare un pranzo a casa della compagna, semplicemente per dirsi "ciao, ci vediamo domani" e avere in testa il relax di casa.
Fino ad una certa età, sono i genitori che vanno a riprendere il proprio figlio all'uscita da scuola.
Ma che succede se il genitore non c'è?
"Niente di grave", dicono (o pensano) alcuni, "aspetterà qualche minuto. Ma si sbagliano!!!
La presenza dei genitori al suono della campanella è necessaria. Il bambino o ragazzo prova un senso di fiducia, di appartenenza alla famiglia, sa che non è solo e che gli adulti che si occupano di lui, sono presenti nella sua vita (anche se alla domanda "com'è andata, oggi?", la risposta tipica è un "bene" spesso poco soddisfacente per il genitore).

Al contrario, un bambino che deve aspettare prova rabbia, solitudine, delusione. Anche l'autostima ne risente. Come conseguenza il bambino potrebbe pensare che il genitore non gli vuole bene, può sentirsi non amato e mettere in atto una serie di comportamenti oppositivi durante tutto il giorno, solo per provare il contrario, o, anche, per sfogare rabbia e frustrazione.
E, non è tutto.
Anche il personale scolastico risente del ritardo dei genitori. Può pensare cose poco carine nei riguardi di chi fa sempre tardi a prendere il figlio. Tali pensieri, vengono "passati" in qualche modo al piccolo. Non c'è bisogno di parole, le emozioni "viaggiano" nell'aria!!! E, la rabbia di chi aspetta insieme al bambino si può tramutare in provvedimenti organizzativo-punitivi, come far pagare ai genitori lo straordinario del bidello che aspetta (leggere qui).
Evitare tutto questo? Organizzarsi qualche minuto prima.
E' il genitore che deve aspettare il figlio!

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