Informazioni sul mondo di neonati e bambini

La quercia come simbolo della famiglia

domenica 15 marzo 2009

Non mettete foto dei vostri bambini su internet

Oramai non c’è persona che non compaia su uno dei due social network del momento, My Space e Facebook.
Confesso che c’è un certo piacere schizofrenico nel ritrovarsi amici di Shreck e di Monica Bellucci, più ancora che nel ritrovare vecchi compagni di scuola.
Magari quelli che all’epoca del liceo detestavi e che oggi devi riaccogliere con un’ipocrita “bentrovato, ma che piacere,” e via dicendo.

Ma al di là di questo i social network rappresentano tutto il bene ed il male della rete di Internet. Rete che non lo scopriamo certo oggi, non dà alcuna garanzia di protezione da possibili malintenzionati, sempre a caccia dei dati nostri, siano essi password, indirizzi e-mail, o dati anagrafici di vario tipo, da rivendere ad agenzie di marketing.

Da quando io stesso sono entrato in My Space non faccio altro che ricevere però domande su una tra le peggiori violazioni che possiamo provare.
Quella fatta sulla pelle dei nostri figli.
Le cui immagini innocenti abbiamo messo e che senza che ce l’aspettassimo sono finite in decine di siti pedopornografici.

Poiché, va ricordato, il pedofilo tipo, non cerca solo immagini di bimbi stuprati. Al contrario per eccitare le proprie criminose fantasie va alla ricerca anche di immagini “normali”. Il bambino al mare, al parco giochi, mentre soffia sulla torta di compleanno.
Foto che noi, sbadatamente, gli abbiamo fornito, mettendole nelle nostre pagine web. Attenzione allora. Abituiamoci, purtroppo, a non mostrare nulla di tutto ciò poiché tra tanta brava gente basta un solo predatore a caccia di trofei.

Massimiliano Frassi - Myspace

mercoledì 4 marzo 2009

L'attaccamento madre-bambino


Troppo speso nel nostro approccio verso il neonato lo trattiamo come se fosse "nuovo di zecca". Trascuriamo il fatto che egli è in realtà il culmine di un'esperienza stupefacente durata quaranta settimane... Guardando il neonato come se fosse "saltato fuori completamente formato dal cervello di Zeus" perdiamo le opportunità che la sua storia come feto può fornirci.

T.B. Brazelton

domenica 1 marzo 2009

Quando gli interessi economici superano l'insuperabile: la salute dei bambini



Latte in polvere contaminato:condannate Nestlè e Tetrapack

ROMA (1° marzo) - Inchiostri nella fabbricazione di imballaggi, nelle confezioni in TetraPak a stampa off-set di latte per bambini: prima sentenza di condanna in Italia per la multinazionale del latte Nestlè e delle multinazionali di confezionamento TetraPack.

Il caso.
La sentenza ha riguardato il noto caso del latte prodotto dalla Nestlè Italiana S.p.a. in TetraPack, Nidina1 e Nidina 2 e successivamente Mio sequestrato il 22 novembre 2005, dal Corpo Forestale dello Stato, in esecuzione dell'ordinanza della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ascoli Piceno, in circa 30 milioni di litri di latte per bambini della Nestlè: «Mio», «Mio Cereali», «Nidina 2», con scadenza settembre 2006, «Nidina 1», quest'ultimo con scadenza maggio 2006, venduti nei supermercati, negozi e farmacie. Il sequestro precauzionale era stato disposto a seguito dei risultati delle analisi effettuate dall'Arpa - Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Regione Marche, successivamente ad un primo sequestro di due milioni di litri di latte, riguardante solamente la qualità «Mio» e «Nidina 2», avvenuto il 9 novembre 2006.

La sentenza.
Il giudice di pace di Giarre (Catania) ha stabilito che «la commercializzazione del “prodotto inquinato” comporta una responsabilità di natura contrattuale ed extracontrattuale in quanto si profila non solo una ipotesi di inadempimento contrattuale ma anche una ipotesi di responsabilità per il danno alla salute che la commercializzazione comporta».
Ed ancora, continua il giudice: «Nello specifico gli attori hanno fornito prova idonea che a seguito dell'acquisto del latte Nestlè e della somministrazione dello stesso alle proprie figlie, subirono un danno di natura psicologica determinato dal turbamento e dalla preoccupazione che la prole possa essere contaminata a causa della sostanza “inquinante”.
Nello specifico il giudice ha condannato la Nestlè Italiana sp.a., la Tetra Pack International S.A. e la Tetra Pack Hispania S.A., in solido tra loro, al pagamento a favore dei genitori delle piccole che avevano utilizzato il prodotto alimentare adulterato sia del danno patrimoniale che del danno non patrimoniale nonchè al pagamento delle spese legali. Soddisfatto il Codacons.
«La vittoria del Codacons in Sicilia contro la Nestlè e le TetraPack- spiega il segretario nazionale del Codacons Francesco Tanasi- essendo la prima in Italia servirà a fare giurisprudenza in una controversia che appariva ai più persa in partenza proprio per la notevole differenza di forze in campo».

(Fonte)

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