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La quercia come simbolo della famiglia

domenica 26 ottobre 2008

L'uomo che svolazza (parte IV)


- Alcuni uomini "svolazzano". Non hanno più "i piedi sulla terra".
Tu svolazzi,
quando prendi i sogni per realtà, quando trascorri il tuo tempo a concepire dei progetti che non realizzerai mai, quando non riesci ad adattarti alle persone e alle cose, quando non ti accetti così come sei, non accetti gli altri, l'ambiente in cui vivi, il posto che occupi, gli avvenimenti che ti toccano...
Tu svolazzi quando, per paura della realtà, difetti di generosità, o, per soddisfazione orgogliosa, ti lasci trasportare dal sogno.
- Sognare la tua vita non è viverla.
Tu hai diritto di attaccarti ad un sogno solo per portarti in avanti, mai per allontanarti dalla realtà, mai per fuggire questa realtà.
- Per costruirsi bene e restare in piedi, devi ricordarti spesso i diversi piani dell'uomo e la loro gerarchia, poi osservati lealmente di fronte a questa persona, a questo atto, a questo atteggiamento...Cos'è che ti ha spinto a decidere così, ad agire o reagire in quest'altro modo? Se non sei stato tu a comandare, il fatto d'averlo constatato è già di per sé una vittoria del tuo spirito. Dimostra che non è più una vittima cieca, ma che si sta liberando e sta riprendendo il suo posto direttivo nella tua vita.
- Con i suoi soli mezzi l'uomo non può restare in piedi: il suo corpo è troppo pesante, la sua sensibilità troppo intraprendente. Ha bisogno di una forza che lo sollevi dall'alto, lo sostenga e lo trasformi nel suo intimo.
Se apri la tua anima a Dio, sarai forte della tua stessa forza, e la tua sensibilità ed il tuo corpo saranno in mano tua, poiché le tue mani saranno nelle sue.
Dal libro "Donare" di M. Quoist.

martedì 21 ottobre 2008

L'uomo che striscia (parte III)

- Altri uomini avanzano invece strisciando; è la sensibilità, in essi, che comanda.

La tua sensibilità è padrona in te quando un affetto diventa passione, e sfuggendo al controllo della ragione, ti fa "perdere la testa".

Se la sensibilità domina, paralizza anche lo spirito, lo trascina a rimorchio, non è più in grado di giudicare bene, di agire liberamente.

- Non sei forse diventato schiavo irrimediabilemente schiavo della tua sensibilità? Può darsi; ma, in te, non riesce a governare troppo spesso?

Tu giudichi che quella persona ha ragione, solo perché le vuoi bene in modo sensibile, mentre quell'altra ha torto perché tu "non la puoi soffrire".
Lavori con uno dei tuoi professori perché è simpatico, non fai nulla con l'altro perché "non riesci a digerirlo".
Ti dedichi, ti sacrifichi molto più per uno che non per l'altro, perché tu gli vuoi sensibilmente bene: tu lavori volentieri insieme a un tale perché per lui "andresti in capo al mondo", mentre con il suo amico non potresti mai collaborare.
Sei depresso, non sei più capace di far nulla, perché un rimprovero ti ha ferito, un sorriso ironico ti ha addolorato, una mano ti si è rifiutata.
Non hai più il coraggio di lottare perché i tuoi sforzi non vengono osservati, perché non ottieni alcuna "consolazione" (per la tua sensibilità affamata).
Oggi tu preghi perché sei "in forma", e tu sei in forma perché hai ricevuto una lettera piacevole, perché il tuo amico ha avuto nei tuoi riguardi un gesto delicato, perché sei stato commosso dallo spettacolo d'un grande dolore...
Ma domani non potrai più pregare perché sarai "a terra", e sarai "a terra" perché non sarai riuscito ad ottenere qualche risultato sensibile da tutti i tuoi sforzi, perché qualcuno non avrà creduto alla tua buona volontà oppure il tuo amico ti avrà ingannato o abbandonato...

Tu non sei in piedi, tu, schiavo, strisci!

- L'uomo in piedi è colui il cui spirito, completamente libero, comanda alla sensibilità e al corpo. Non disprezza nè l'uno nè l'altro, perché tutti e due sono belli, utili perché creati da Dio, ma li domina e li dirige. E' lui il capo; loro, sono soltanto i servitori.

- Hai diritto a lanciare in avanti la tua sensibilità od il vigore del tuo corpo; sono una forza, ma tu devi orientarla; sono le tue cavalcature, tu puoi inforcarle, ma conserva saldamente in pugno le redini; sono la tua vettura, puoi farti portare, ma devi impugnare bene il volante. Se i tuoi destrieri s'inalberano, se tu perdi il controllo del tuo veicolo, incorrerai certamente in un incidente.

Dal libro "Donare" di M. Quoist.

domenica 19 ottobre 2008

L'uomo che cammina sulla testa (parte II)



- Alcuni uomini caminano sulla testa. Non è questo il modo, l'uomo non è fatto per camminare così.

Tu cammini sulla testa allorché il fisico, il tuo corpo, vuole comandare, stando al di sopra. E' questa la sensualità sotto tutti i suoi aspetti.

Può anche trattarsi di una malattia che schiaccia, invece d'essere dominata e offerta.

- Se il tuo corpo decide, ordina, e se tu obbedisci, il suo peso schiaccierà in te tutto il resto. La tua sensibilità si affievolirà, il tuo spirito soffocherà e diventerà anemico.

- Il corpo, in te, non ha preso completamente e definitivamente le redini del potere? Forse, ma se però tu ti osservi lealmente, ti sorprenderai più d'una volta a camminare sulla testa:

  • questa golosità a cui non puoi resistere,
  • questo dolce, questo bicchiere di vino,
  • questa mollezza del tuo corpo che al mattino si rifiuta d'alzarsi, o scarta ogni sforzo,
  • questa sensazione ricercata e assaporata senz'altro scopo che la tua soddisfazione
  • questo piacere sensuale desiderato come fine a se stesso.

Orsù, in piedi, sii uomo!

(Dal libro "Donare" di M. Quoist)

sabato 4 ottobre 2008

L'uomo in piedi (parte prima)

Psicologicamente, pochi sono gli uomini "costruiti" normalmente.
Pochi uomini hanno riodinato e messo in ordine i differenti piani del loro essere.
Pochi uomini sono perfettamente equilibrati, oppure non sono stati aiutati a costruirsi (educazione).
Oppure non si sono mai costruiti da soli (sforzi dell'adolescente e dell'uomo adulto).
Oppure si sono rovinati, gli altri, le cose, le strutture esterne, la vita li ha rovinati.
Pochi uomini meritano realmente il nome di uomo.


L'uomo costruito bene è a tre piani:
al terzo, lo spirituale,
al secondo, il sensibile,
al primo, il fisico.
(Se noi parliamo di "piani" nell'uomo, è per distinguere il rispettivo valore degli elementi che lo compongono: ma non dimentichiamo che l'uomo è uno, e che impegna tutto il suo essere in ogni suo atto).
I tre "piani" sono uniti, comunicano fra loro, hanno influenza uno sull'altro, ma la loro gerarchia dev'essere rispettata: il fisico è al pian terreno; è il meno nobile - mentre lo spirituale è in alto, è il più bello.
Se l'ordine dei valori non è rispettato, la costruzione è malfatta, e l'uomo è rovinato.
(Fonte: Donare, il diario di Anna Maria di M. Quoist)

giovedì 2 ottobre 2008

Cari nonni...

Tanti auguri a tutti i nonni del Mondo,
a quelli in Terra e a quelli in Cielo,
a quelli buoni e a quelli meno buoni,
a quelli sani e a quelli malati,
a quelli simpatici e a quelli non simpatici.
Tanti tanti auguri ai miei nonni,
che porterò sempre nel mio cuore.
Cari nonni, vi voglio bene!
(nipote)

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