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La quercia come simbolo della famiglia

domenica 29 giugno 2008

Il primo anno di vita


Moltitudini di ricerche e di articoli affermano che il primo anno di vita del bambino è di fondamentale importanza per il suo futuro.
In questo delicato periodo la madre ha un ruolo di grande importanza.
Oggi si preferisce parlare di caregiver, una parola inglese che, come spesso accade, non ha un corrispettivo in italiano. Colui che si prende cura è il significato che più gli si avvicina.

Leggevo in questi giorni un articolo su internet che ha attirato la mia curiosità poiché risaltavano le parole "madre-bambino", "rapporto", "predittivo", "adolescenza".

Nell'articolo viene scritto che i ricercatori della University of Chicago (in inglese fa più effetto, come caregiver per dire genitore o chi-ne-fa-le-veci) hanno verificato tramite uno studio che il tipo di rapporto madre-bambino, definito dal carattere o dalla personalità (come fossero la stessa cosa) della madre in interazione con il temperamento (altra parola usata chissà con quale accezione) del bambino, possa essere predittivo di ciò che accadrà durante il periodo adolescenziale.

Più o meno nulla di strano, fin qui. Se non che alla fine dell'articolo viene scritto, riporto testualmente:

"I risultati ottenuti hanno dimostrato, ancora una volta, che i primi mesi di vita di un bambino sono essenziali per determinare la percezione del mondo e il modo di relazionarsi. Poiché in questi mesi i piccoli passano la maggior parte del tempo con le madri, dalle quali dipendono soprattutto per il cibo, è proprio la mamma ad avere un ruolo determinante".

I 'piccoli' dipendono dalla madre soprattutto per il cibo.
I 'piccoli' dipendono dalla madre soprattutto per il cibo?
Soprattutto?

Non sono d'accordo.

Anni fa, alla fine non tanto lontani dai nostri (1958), un tipo di nome Harry Harlow fece un esperimento con cui dimostrò che se un cucciolo di scimmia viene messo in una gabbia con due finte mamme-scimmia una delle quali dispensa solo latte e l'altra solo 'calore' poiché più accogliente, sceglie di stare accoccolato vicino alla mamma che abbraccia dimenticandosi di mangiare per ore.
All'epoca tali esperimenti potevano essere eseguiti, oogi sarebbero non permessi dall'etica professionale (fortunatamente), ma l'esperimento di Harlow (e altre repliche) ha dimostrato che la necessità di un contatto fisico è un bisogno primario ed è indipendente da quello relativo al soddisfacimento del bisogno di cibo.

Se si parla di rapporto-madre bambino, non si può descriverlo dicendo che è delineato 'soprattutto' da una esigenza di cibo da parte del neonato, anche se con questa frase forse si voleva velatamente giustificare il fatto che sono le mamme a doversi prendere la responsabilità di ciò che accade nei primi mesi di vita del bambino, proprio perché dovendo nutrirli devono passare più tempo con loro. Non mi meraviglio se poi molte mamme decidono volontariamente di non allattare o di smettere di allattare precocemente il loro bambino.

Tra l'altro mettendo di mezzo parole come 'carattere', 'temperamento' e 'personalità', molte persone (non provenienti da studi psicologici) potrebbero intendere che in questo rapporto è inutile intervenire in qualche modo per cambiare le cose perché il 'caratte' è immutabile. Mentre tutti i rapporti umani sono mutabili e dinamici si potrebbe dire per definizione.

Non critico sicuramente l'articolo o il modo in cui è scritto, del resto è una notizia che viene riportata come oggi va di moda riportare le notizie: senza spiegare granchè enunciando solo l'accaduto. (A meno che non si tratti della pubblicazione dell'intero articolo, dove viene descritta la ricerca per intero).

Quello che mi chiedo è: una mamma che legge una notizia come questa, dove viene studiato e ulteriormente indagato, in pratica, il rapporto tra lei e suo figlio, come precursore di chissà cosa durante l'adolescenza e, alla fine di ciò viene scritto che la mamma passa tanto tempo con il bambino perché lui è dipendente da lei soprattutto per il cibo (al di là del motivo reale per cui è stata scritta questa frase), ma che le rimane impresso nella mente? Quale pensiero o fantasia può suscitare in lei?
Tutto ciò, è giusto?

6 commenti:

Francesco ha detto...

Cara Paola

Sono perfettamente d'accordo con te, anche per il percorso che sto facendo che ha messo in evidenza tali "disfunzioni". Il cibo è importante quanto il contatto fisico-emotivo

un abbraccio
Francesco

Anonimo ha detto...

ciao
(anni fa studia melanie klein, qualcosa ricordo ancora)
remo bassini

Anonimo ha detto...

Da totalmente "ignorante" in materia (sono alla mia prima gravidanza e temo non saprò nemmeno da che parte prendere la piccola principessa una volta nata!!!!) ti ringrazio per questo blog! Davvero INTERESSANTISSIMO e non perderò occasione per tornare a leggerti.
Per l'articolo in se diciamo che mi ha sollevata notare che la mia "contrarietà" all'affermazione sia stata la medesima che hai analizzato! Sminuire il compito di una madre limitandolo o concentrandolo sulla fonte di sostentamento mi pare fuori luogo e semplicistico! Poi, come detto, sono ancora troppo inesperta per potermi spingere oltre col commento! :)

Dous ha detto...

Ma che bel sito! :-)

Ufic ha detto...

Post molto bello e condivisibile! :)

Purtroppo anche le ricerche "scientifiche" sono figlie del proprio tempo.

Evidentemente nel '58, pur essendoci meno rispetto verso gli animali, si faceva più attenzione ai sentimenti e un po' meno alla "produttività" :S.

Complimenti per il blog [ma quanti ne hai? :)], molto interessante soprattutto per un "neo-quasi-papà" come me :)

Paola Romitelli ha detto...

@francesco: troppo spesso dimentichiamo "l'intelligenza del cuore"

@remo: la Klein...quanti ricordi universitari. Grazie per la visita!

@Kaos: la prenderai benissimo tua figlia in braccio e lei lo adorerà!

@dous: grazie

@ufic: ormai va di moda in America, magari anche per l'Italia si potesse dire la stessa cosa, sfornare ricerche su ricerche, anche le più inutili, come quella di qualche giorno fa per cui si 'scopre' (si scopre???) che i neonati sono empatici.

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